E’ stato trovato morto questa mattina, su quelle grate che gli facevano da giaciglio da così tanto tempo, con solo dei vecchi cartoni a far da materasso. La vittima è uno dei clochard – di solito erano in due, fotografati pochi giorni fa insieme che dormivano da un cittadino che pubblicò la foto su Facebook – che stazionavano e passavano la notte a Campo di Marte, intorno al palazzo ex Standa. In realtà ce ne sono stati anche molti di più, sopra quelle grate, da cui in qualsiasi stagione esce il tepore degli impianti di riscaldamento e condizionamento del palazzo. Un giaciglio di fortuna che è costato questa notte la vita ad un uomo dall’età apparente di 40/50 anni, ma di cui non si hanno ancora notizie più precise, come nemmeno la nazionalità. Il comandante Cecchini della Polizia Locale ha detto che un’indagine più precisa addosso all’uomo, per cercare se avesse con se dei documenti ed identificarlo, sarebbe stata portata a termine solo dopo la rimozione del cadavere, in un posto meno “pubblico” di quello in cui il povero senza tetto è morto. Ovviamente, al momento restano ignote anche le cause del decesso. Sarà la Magistratura a stabilire se dovranno essere portate a termine delle perizie più precise, come ad esempio un esame autoptico, per stabilire cosa abbia causato la morte dell’uomo.
Ma la cosa che più brucia, non può essere altrimenti, sono proprio le parole del comandante Cecchini. Un luogo troppo pubblico, roppo esposto, per portare in fondo l’indagine sul corpo della vittima. E’ verissimo, ma è un luogo altrettanto pubblico ed esposto anche perché si possa far finta di non aver sempre saputo che sopra quelle grate, a dormire o a bere da cartoni di vino dozzinale o lattinacce di birra scadente, ci sono sempre state delle persone. Se il normale cittadino può anche non averle viste, così non può essere stato per le Forze dell’Ordine che in quella zona battono a tappeto ogni giorno, e non possono non aver segnalato agli enti presposti quanto avveniva ormai da anni. C’è quindi qualcuno che, come in cento altri casi, non è intervenuto o non ha fatto tutto il possibile perché quanto accaduto stanotte o nelle prime ore della mattina succedesse?
Anche durante le prime indagini di questa mattina, buttando l’occhio fra quello che è rimasto a terra dell’ultimo periodo di vita del clochard deceduto, si potevano vedere una lattina di birra aperta e un cartone di un “vino rosso” sconosciuto, ma già dozzinale nella confezione, figuriamoci il contenuto. E ora, nelle prossime ore, tutti vorranno commentare sul degrado di Saione e di Campo di Marte, o su come non si possa dover morire così, soli e abbandonati da tutti. Ma saranno le stesse persone che avranno saputo da un pezzo, di quel giaciglio di fortuna pluricondiviso sopra quelle grate, ma che una paglia per aiutare chi ci doveva dormire sopra non l’hanno mai mossa. Non hanno mai nemmeno pensato di farlo.
La tragedia resta per ora in realtà molto limitata, almeno fino a quando non si saprà esattamente cosa ha stroncato il clochard e, soprattutto, chi sia stato e da dove fosse venuto. Ma non ci si dimentichi oggi che quell’uomo – e non da solo – ha dormito su quelle grate a lungo, era li anche l’inverno scorso, anche quello prima. E se a dormire su quelle grate negli scorsi anni non era lui ma qualcun’altro, non fa alcuna differenza. Ad Arezzo, a un passo dal centro, c’è chi dorme sulle grate di un palazzo perché da li esce aria calda. E come li in cento altri posti in città. Chi vuole oggi commentare lo faccia quindi dopo aver mosso una paglia, aver fatto qualcosa, perché una tragedia come quella di stanotte non abbia a risuccedere.