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Home Automotive

Ducati Monster: la naked bike italiana dalle prestazioni leggendarie

Redazione di Redazione
26 Marzo 2023
Tempo di lettura: 3 minuti
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Da trent’anni un’icona indiscussa delle moto sportive. Questo è la Ducati Monster, la celebre naked italiana le cui adrenaliniche prestazioni l’hanno resa un modello leggendario, sempre in grado di mantenere il suo stile nonostante le varie evoluzioni.

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Puro piacere di guida e sensazione di controllo assoluto sono caratteristiche distintive della Ducati Monster, la più longeva e venduta – oltre 350.000 esemplari – della casa di Borgo Panigale e diventata un mito per gli appassionati. È considerata la capostipite di una categoria, quella delle naked sportive, fino ad allora poco considerata.

La Monster è stata ideata dal designer Miguel Galluzzi. L’intenzione era progettare una moto completamente nuova, ma dotata di carattere Ducati. Ne esce fuori una con ciclistica da Superbike, ma spogliata di carene ed elementi non strettamente necessari. Nell’autunno 1992 il primo Monster M900 è presentato al salone di Colonia, mentre nei concessionari esce nel maggio 1993 al prezzo di circa 12 milioni di lire.

La prima Ducati Monster monta il cosiddetto “pompone”, motore Desmodue a carburatori da 904 cc di derivazione SuperSport, allora al top della gamma raffreddata ad aria. Il telaio era, invece, costituito dal classico traliccio in tubi.

Ducati Monster: i modelli tra anni ’90 e 2000

Nel 1994 la Monster M900 è affiancata dalla “sorella minore” da 600 cc, con una serie di specifiche ridotte. Due anni più tardi arriva l’M750 con dotazione simile al 600. Nel 1998 Ducati esce da Cagiva e introduce il Monster 900 S, dotato del vecchio 900 a “valvole grandi” e arricchito dalla forcella Showa, e l’M600 Dark nero opaco. Quest’ultimo ha un successo tale da essere seguito dai modelli 750 e 900 Dark.

Dal 2000 Ducati introduce l’iniezione elettronica sul 900. Cupolino e serbatoio sono meno ingombranti e negli strumenti compare il contagiri. Nel 2001 è presentato il primo Monster S4 a 4 valvole, chiamato S4. L’anno seguente nasce una cilindrata fortunata, la 620 a iniezione, per diversi anni entry level della gamma Ducati.

Nel 2003 i nuovi 800 IE e 1000 Dual Spark rimpiazzano il 750 e il mitico 900. Nel 2004 arriva il 1000 S4R con motore Desmoquattro a liquido del 996, leggermente depotenziato (113 CV).

Le svolte contemporanee

La Ducati Monster conosce una svolta importante nel 2008, con l’introduzione del nuovo Monster 696 con un telaio ibrido (traliccio di tubi e alluminio). Una moto più agile, in grado di chiudere meglio le curve.

Nel 2012 Ducati è stata acquisita da Audi al 70%. La versione 1200 con propulsore Testastretta esordisce nel 2015, mentre nel 2016 con il Monster 797 si torna al telaio interamente al traliccio. Nel 2020 arriva una decisa virata di design rispetto al passato e con un più leggero telaio in alluminio.

Un paio di curiosità sulla Ducati Monster

Da cosa deriva il nome Monster? Ci sono due teorie. La più probabile riguarda strettamente il progettista Miguel Galluzzi, i cui figli amavano giocare con i pupazzetti dei Monsters, particolarmente in voga negli anni ’90. L’altra è un’esclamazione di un operaio bolognese alla vista del primo, grezzo prototipo: l’uomo avrebbe detto “ma l’è proprio un monster!”.

Infine, nel corso dei suoi trent’anni di storia, la Ducati ha reso omaggio a due grandi motociclisti con modelli Monster dedicati. Uno è quello dedicato a Carl “King” Fogarty, quattro volte campione del mondo di Superbike, e un altro a Valentino Rossi con il 46 giallo sulla scocca e tutti i simboli riferiti al campione di Tavullia.

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